L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha incluso la lombalgia nell’elenco delle patologie croniche con il maggior impatto sulla salute pubblica e che meritano un’attenzione particolare in chiave riabilitativa. Per questo ha lanciato un progetto che pori a sviluppare un pacchetto di interventi basati su evidenze scientifiche e disponibile in tutti i Paesi del mondo. Per raggiungere l’obiettivo un gruppo di esperti, coordinati dal sottoscritto Dott Fabio Zaina, ha vagliato la letteratura scientifica per selezionare il materiale idoneo. Ecco una sintesi del lavoro svolto. “Una Revisione Sistematica delle Linee Guida di Pratica Clinica per Persone con Lombalgia Aspecifica, con o Senza Radicolopatia: Identificazione delle Migliori Evidenze per la Riabilitazione al Fine di Sviluppare il Pacchetto di Interventi per la Riabilitazione dell’OMS”.

Negli ultimi trent’anni l’attenzione degli interventi clinici per la gestione della lombalgia è passata dal trattare il dolore al mirare al miglioramento delle attività e della partecipazione, focalizzandosi quindi sul ruolo della riabilitazione. Questo cambiamento è motivato dal fatto che nessun intervento clinico focalizzato sul dolore ha dimostrato di ridurre significativamente l’impatto della lombalgia nella popolazione generale. Molte linee guida sono state prodotte sulla base della letteratura scientifica pubblicata. Il nostro obiettivo era di esaminare sistematicamente le Linee Guida di Pratica Clinica (CPG) per la gestione delle persone con lombalgia, con o senza radicolopatia (sciatica), e sintetizzare raccomandazioni di alta qualità per informare lo sviluppo di un Pacchetto di Interventi per la Riabilitazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (PIR).Gli approcci principali alla riabilitazione si concentrano sugli esercizi di vario tipo, in combinazione con altre terapie come la manipolazione spinale, la rassicurazione e l’educazione. Numerose raccomandazioni sconsigliano l’uso di terapie fisiche comuni come ultrasuoni, PENS, TENS e terapia interferenziale. Le prove suggeriscono che ultrasuoni e terapia interferenziale non apportano benefici, mentre le evidenze contrastanti riguardano l’efficacia del TENS per il dolore e la funzionalità. Una linea guida suggerisce che i FANS possono essere utilizzati principalmente nella fase acuta, possibilmente in combinazione con l’educazione e l’incoraggiamento a mantenere le attività abituali.

Per casi complessi di dolore persistente, si consiglia di considerare un approccio riabilitativo interdisciplinare intensivo che comprenda esercizi con un approccio cognitivo/comportamentale per ridurre la paura del movimento, la catastrofizzazione e l’ansia. Inoltre, le iniezioni epidurali di steroidi sono raccomandate solo per benefici a breve termine nei pazienti con lombalgia e radicolopatia.