pericolo
scoliosi: quando la terapia è dannosa

In medicina la prima regola è non nuocere. Qualunque trattamento che possa causare danni al paziente deve assolutamente essere evitato. Molto spesso, però, la letteratura scientifica è avara di informazioni sui danni legati ai trattamenti. Questa mancanza di informazioni dipende principalmente da due cause: la prima è che quando un operatore scopre che un trattamento non funziona evita di farsi pubblicità negativa e si tiene i dati di fallimento per se, la seconda si chiama “publication bias”, ed è legata al fatto che molti editori di riviste scientifiche preferiscono pubblicare dati positivi di nuove terapie efficaci piuttosto che dati che dimostrino l’inefficacia di un trattamento. Per questi motivi, oltre che per la mancanza di ricerca seria su certi trattamenti con esercizi che vengono comunemente applicati ma che non sono mai stati verificati scientificamente, i pazienti con la scoliosi corrono molto spesso il rischio di essere sottoposti a terapie non solo inefficaci ma persino dannose. In controtendenza con quanto esposto, un recente studio americano ha evidenziato chiaramente i grandissimi danni indotti da un trattamento per la scoliosi chiamato scoliosis traction chair. Si tratta di una sedia particolare studiata per trazionare il tronco del paziente e per applicare delle spinte a livello delle curve scoliotiche, con la seduta posizionata su una pedana propriocettiva. Completa il tutto l’applicazione di vibrazioni a 30Hz. I pazienti hanno l’indicazione di utilizzare questa sedia per 2 sessioni giornaliere di 30 minuti ciascuna. Il risultato dello studio è stato impressionate: il 73% dei pazienti è peggiorato in maniera netta in un periodo brevissimo, appena sei mesi, compresi casi a fine crescita ossea che normalmente sono stabili anche senza trattamento. La letteratura ci insegna che le attività altamente mobilizzanti possono essere associata a una maggiore prevalenza della scoliosi: in uno studio bulgaro condotto su atlete d’élite che praticavano la ginnastica ritmica, sono stati trovati molti più casi di scoliosi rispetto alla popolazione generale e anche il nuoto, tradizionalmente considerato terapeutico, è in realtà associato a maggiori asimmetrie della schiena e a una peggiore postura. Se la mobilizzazione non è accompagnata da un adeguato sostegno risulta dannosa in chi soffre di scoliosi, tant’è che le Linee Guida Internazionali di SOSORT per il trattamento della scoliosi danno chiare indicazioni a riguardo, pensando soprattutto a tecniche come la chiropratica e altre metodiche analoghe. La pubblicazione di questo studio è pertanto importante per salvaguardare e informare tutti i pazienti e gli operatori del settore circa i danni indotti da questa che voleva essere una terapia poco invasiva. L’unico neo è che gli autori vorrebbero proseguire nella sperimentazione della scoliosis traction chair, ma questo non è etico ed esporrebbe dei malcapitati al rischio di seri danni.